“Hai bussato alla mia porta, ma io non ti ho sentita e ti ho lasciata fuori di me per qualche anno. Poi ci hai riprovato, determinata a irrompere nella mia vita per avere un posto da regina.

Io non ti ho aperto, ma questa volta ci sei riuscita da sola.

Hai rotto ogni barriera e a poco a poco mi hai invaso testa e cuore.

Mi hai sciupato nel corpo e nell’anima, rendendomi una ragazza priva della sua vera corporeità e del suo sorriso. Hai rubato calore al mio cuore e tranquillità alla mia mente, facendomi sentire sola e irrequieta.

Mi hai tolto la voce, mi hai tolto la bellezza del sognare e del desiderare, facendomi vedere solo il dovere e l’aiuto del prossimo. Mi hai trasportato in un mondo buio di schemi e organizzazioni precise e vincolanti, togliendomi ogni possibilità di errore, di sconfitta e di spensieratezza.

Mi hai fatta sentire sola, un nulla capace solo di fare tante cose che fossero prive di piacere, immergendomi nella monotonia e nella serietà più profonda. Mi hai fatta sentire un corpo vagabondo, un’anima triste e imprigionata.

Ma la cosa peggiore è che mi hai portato via l’affetto per la mia famiglia, riducendo la voglia di condividere con loro i miei giorni. Mi hai portato verso pensieri impensabili e distruttivi.

Hai cercato di portarmi via anche l’amore per il mio ragazzo, ma lui ha resistito, ti ha sfidato e lentamente, con sempre più forza ti sta combattendo insieme a me.

Mi volevi portare via la vita, mi volevi togliere il futuro, mi volevi far dimenticare la bellezza e il piacere di vivere, mi volevi rubare l’amore.

Io non te l’ho permesso.

Mi sono fermata prima dell’arrivo della notte nera. Ti ho scoperto e ho trovato un bagliore di luce, quell’amore verso gli altri che mi ha fatto ritrovare il mio coraggio.

Dovevo affrontarti, ma da sola non ce la facevo più.

La fede mi ha spinto e mi ha aiutato ad accettare l’aiuto di persone specializzate. Non è stato facile aprirsi, accettare di aver bisogno di qualcuno, sforzarsi di credere di averti, sforzarsi nel mangiare di più, eliminare impegni di troppo, superare il silenzio in casa… e potrei continuare con un lungo elenco di fatiche e dolori, ma mi fermo.

Mi fermo perché non voglio ricordare i tuoi continui tentativi di farmi ritornare dentro la tua prigione, anche perché ancora mi tormenti, ancora bussi alla mia porta e non mi vuoi proprio lasciare in pace. So che starai sempre sulla soglia, ma non voglio più avere paura di te.

Invece, oggi, mi spaventi ancora.

Mi togli ancora il sorriso e la positività, ma fortunatamente sono riuscita a ritrovare l’entusiasmo di vivere, facendoti uscire sempre di più dal mio cuore.

Ora manca la mente, dove continui ad abitare qualche pensiero e quando uno di loro si presenta mi rendi solo più confusa, nervosa e silenziosa. Sei troppo determinata, troppo violenta e troppo manipolatrice.

Perché mi tormenti così tanto? Cosa vuoi da me?

Ti chiedo solo di lasciarmi vivere e di lasciarmi risplendere per quella che sono. Anoressia è tempo di andare, è tempo di diventare un ricordo e un insegnamento dal quale fortificarmi, ma io non posso e non voglio più tenerti dentro di me, dentro i miei pensieri.

Ho bisogno della vita, ho bisogno della vera me, ho bisogno dell’Amore vero.

Io, ora, cerco il sole.”

 

[Lettera firmata]