Risposte alle domande trasmesse ai relatori che non sono state evase durante la diretta.

Nelle settimane successive al convegno, compatibilmente agli impegni di lavoro di ciascuno, i relatori che hanno partecipato al Convegno, hanno gentilmente risposto ad alcune domande poste, attraverso la chat, da alcuni utenti che hanno seguito il confronto con interesse. 

In particolare, alla dott.ssa Fontana Francesca, psichiatra e psicoterapeuta e responsabile del CPDA Aulss2 Treviso ha risposto ai seguenti quesiti:

 

F. Fontana: Al centro DA possono rivolgersi direttamente sia le persone con problema DA che i loro familiari anche per chiedere informazioni, sia i MMG che i PLS, il Pronto Soccorso e altri specialisti dei diversi servizi, per invii di soggetti con sospetto DA o informazioni.

 

Utente: Spesso in consultorio familiare emergono nel corso del colloquio disturbi alimentari, il rimando che noi facciamo è il medico di base. ma se capita che il medico di base non raccoglie tempestivamente la richiesta di aiuto, possono rivolgersi direttamente a un ambulatorio Ulss di propria iniziativa? 

Utente:  Come insegnante mi sento interpellata da questo disturbo non solo sul piano educativo-relazionale, ma anche culturale. Quali messaggi ad esempio sul corpo, l’identità, la bellezza, il valore della persona, la salute possono essere importanti da trasmettere?

F. Fontana: Per la prevenzione si è visto non essere utile parlare direttamente dei DA agli adolescenti.

Il discorso sul concetto di bellezza, identità ecc, può essere affrontato favorendo una riflessione critica su come i modelli cambiano nel tempo, su come esiste un loro essere relativi ai contesti considerati oltre che alle epoche considerate. Il lavoro sulla identità è ancora più complesso e ha a che fare con quanto è in relazione a attività che supportino la comprensione e la esplicitazione e gestione delle emozioni, la comprensione e tolleranza sia rispetto agli aspetti di sé meno piacevoli, che rispetto agli altri. Tutte le azioni che sostengono l’autostima, compresa anche una riflessione sui modelli stereotipi di valore personale, possono essere aspetti da considerare. 

 

Utente: I bisogni educativi speciali per minori come vengono gestiti tra DSM (Dipartimento di Salute Mentale)?

F. Fontana: Si sta implementando la comunicazione tra scuola e DSM non solo per i DA (in questo caso comprende anche la fascia di minori 15-18) ma in generale anche per i > =18 aa che ancora frequentano la scuola o l’università. Chi si interfaccia con la scuola, ovviamente in diretto contatto con i genitori e lo studente, sono l’assistente sociale e l’educatore.

 

Anche il Dott. Paccagnella, Direttore  UOS Malattie Endocrine del Ricambio e della Nutrizione Aulss2 Marca Trevigiana ha accolto i nostri rimandi:

 

Utente:  Con il lock-down mio figlio di nove anni è aumentato molto di peso mangiava di nascosto ed ha avuto anche un episodio di perdita di coscienza con la ripresa delle attività scolastiche a cui è affezionatissimo, come ci si deve comportare per l’attività motoria scolastica?

A. Paccagrella: Difficile rispondere a questa domanda. L’attività fisica sicuramente sarà utile. Ma un motivo di allarme è il cibo che mangia di nascosto. Credo lo osserverei con attenzione. Eviterei l’acquisto di cibo spazzatura. Eventualmente farei un colloquio con neuropsicologo. 

 

Utente:  Come può intervenire un docente che insegna alimentazione per fare prevenzione?

Utente: Può essere rischioso trattare a scuola (secondaria di secondo grado) la sana e corretta alimentazione? Potrebbe scatenare un disturbo alimentare in ragazze/i predisposte/i?

A. Paccagnella: Per entrambe queste domande ho dubbi. Personalmente non amo parlare di cibo a chi è sano. Ogni volta che parliamo di un argomento diamo strumenti che possono essere usati bene o male. Io interverrei solo nelle classi in cui il problema è comparso.

 

Anche le dott.sse  Roberta Bertuol, Educatrice professionale Uos-Dca e Lisa Loschi, Assistente sociale Uos-Dca Aulss2 Marca Trevigiana, che hanno relazionato sulle Azioni integrate per una Didattica personalizzata, hanno contribuito a fornire le informazioni che sono state richieste:

 

Utente: I bisogni educativi speciali per minori come vengono gestiti tra DSM (Dipartimento di Salute Mentale)

L. Loschi. Il DSM per competenza si occupa di persone adulte, e solo in casi particolari anche di adolescenti con problematiche specialistiche relative all’ambito psichiatrico, pur rimanendo come servizio di riferimento lo IAF.  I bisogni educativi speciali non vengono “gestiti” dal DSM, vengono eventualmente riconosciuti e gestiti in collaborazione con l’Istituto Scolastico di riferimento del paziente, qualora quest’ultimo lo ritenga necessario. 

 

Utente: Spesso in consultorio familiare emergono nel corso del colloquio disturbi alimentari, il rimando che noi facciamo è il medico di base. ma se capita che il medico di base non raccoglie tempestivamente la richiesta di aiuto, possono rivolgersi direttamente a un ambulatorio Ulss di propria iniziativa? 

R. Bertuol: Le persone possono direttamente rivolgersi al Centro DCA telefonando al n. 0422/392961 negli orari indicati dalla segreteria per avere informazioni sulla procedura di accesso.

 

Domande e risposte durante la diretta